ATALANTA (4-3-3) – 29 Carnesecchi; 19 Djimsiti (dal 11′ st 23 Kolasinac), 4 Hien, 42 Scalvini, 77 Zappacosta; 15 De Roon (dal 11′ st 13 Ederson), 8 Pasalic, 22 Ruggeri (dal 11′ st 33 Hateboer); 59 Miranchuk (dal 27′ st 7 Koopmeiners), 10 Touré, 11 Lookman (dal 38′ st 17 De Ketelaere). A disp. 1 Musso, 31 Rossi; 20 Bakker, 25 Adopo, 43 Bonfanti, 53 Comi, 90 Scamacca. All. Gian Piero Gasperini
EMPOLI (3-4-2-1) – 25 Caprile; 19 Bereszynski, 4 Walukiewicz, 33 Luperto; 11 Gyasi, 5 Grassi (dal 16′ st 18 Marin), 21 Fazzini (dal 16′ st 8 Kovalenko), 3 Pezzella; 29 Maleh (dal 29′ st 20 Cancellieri), 28 Cambiaghi; 10 Niang (dal 16′ st 9 Caputo). A disp. 1 Perisan, 12 Seghetti; 2 Goglichidze, 30 Bastoni, 27 Zurkowski, 7 Shpendi, 23 Destro. All. Davide Nicola
Arbitro: Sig. Michael Fabbri di Ravenna (Peretti-Mondin | IV Uff.le Cosso – VAR Doveri-Guida)
Note – Angoli Atalanta 8 Empoli 1. Ammoniti: al 24′ 33 Luperto (E); al 32′ st 8 Kovalenko (E), al 37′ st 42 Scalvini (A). Espulsi: nessuno. Recupero: 3′ pt – 4′ st. Spettatori: 30mila.
Sapevamo già alla vigilia di questa trasferta che per l’Empoli strappare punti dal Gewiss Stadium di Bergamo sarebbe stata dura, per non dire quasi al limite dell’impossibile. Gli azzurri hanno affrontato un Atalanta in piena forma, reduce da un sonoro poker alla Fiorentina che è valsa la qualificazione alla finale di Coppa Italia dove gli orobici si scontreranno con la Juventus. Nicola si presenta al cospetto dei bergamaschi con alcune novità di formazione, soprattutto a causa dell’assenza forzata per infortunio di Cerri, che cambia, se non rivoluziona, alcune idee tattiche: così dal primo minuto spazio a Niang, con Grassi-Fazzini in mediana e Maleh in posizione più avanzata in tandem con Cambiaghi alle spalle del numero dieci dell’Empoli.
Nell’Atalanta, invece, che giovedì andrà in terra francese per il primo delle due semifinali contro l’Olimpique Marsiglia non c’è Scamacca, c’è Lookman in coppia con Touré e con Miranchuk di supporto.
L’avvio di gara è comunque interessante: l’Empoli infatti è aggressivo già nella mediana avversaria, e non permette così alla squadra di Gasperini di palleggiare, qualità in cui i lombardi eccellono in maniera particolare. Un atteggiamento, questo dell’Empoli, che merita uno studio approfondito e che conferma quanto in settimana Nicola sia riuscito a preparare in modo certosino il match. Il problema però è che i piani dei toscani praticamente saltano dopo appena ventidue minuti di partita, e nel giro di due minuti il confronto fa saggiare tutti i limiti costruttivi di questa squadra. Al 22′, infatti, il polacco Walukiewicz è costretto ad alzare bandiera bianca: così come era accaduto a Cerri, quasi nello stesso identico minuto di gara, il giocatore dell’Empoli sente tirare alla coscia e chiede il cambio. Al suo posto entra Cacace, con Pezzella che si adatta a braccetto sinistro mentre Luperto si sposta a fare il centrale. Centoventi secondi di cronometro e il direttore di gara Fabbri, noto per la sua propensione a volersi erigere a fare il protagonista anziché il semplice arbitro, si “inventa” un cartellino giallo ai danni proprio di Luperto: secondo il fischietto di Ravenna il capitano azzurro ostacola in modo plateale Miranchuk, con palla tra l’altro già tra le braccia di Caprile.
La partita dell’Empoli in pratica finisce qui, perché la difesa azzurra, già orfana di Walukiewicz e ora con Luperto a mezzo servizio (un secondo giallo e il rosso gli farebbe saltare la sfida che probabilmente vale la stagione contro il Frosinone, ndr), non riesce più a dare manforte alla linea mediana, e l’Atalanta ha vita più facile.
Il terzo episodio della partita che gira ancora contro l’Empoli arriva al 39′: Pezzella, adattato a centrale difensivo, entra in ritardo su Lookman e Fabbri, dopo che il VAR lo richiama al monitor, assegna il calcio di rigore. Dal dischetto Pasalic trasforma con Caprile che tocca con la punta delle dita ma non riesce a respingere.
Al 5′ del secondo tempo l’Atalanta raddoppia: Luperto, sempre a causa del giallo che pesa come un macigno, non sale a pressare il centrocampo avversario e Lookman in progressione dopo aver saltato agilmente Bereszynski trafigge Caprile, non proprio esente da colpe visto che non copre bene il primo palo.
Gli orobici capiscono che l’Empoli è in difficoltà, così accelerano ma non sembrano voler infierire, anche se si costruiscono almeno tre palle gol interessanti che li portano vicini alla terza marcatura: Miranchuk devia debole di testa con Caprile che para agevolmente, poi l’estremo difensore azzurro ci mette il petto su Touré deviando in angolo, ed infine un tiro angolato di poco a lato di uno scatenato Lookman con deviazione decisiva in angolo.
L’Empoli in chiave offensiva fa quel che può: dentro ai primi venti minuti si fa apprezzare anche per qualche buona trama, in cui in una di queste Niang calcia sul fondo facendo scorrere qualche brivido ai tifosi di casa. Nella ripresa si contano poi un tentativo di Kovalenko ed uno di Cambiaghi, entrambi che non inquadrano lo specchio della porta non di molto per la verità. Carnesecchi è chiamato a due interventi, ma in entrambe le occasioni con tiri piuttosto deboli e centrali ancora di Cambiaghi e poi Marin, entrato nella ripresa al posto di Grassi.
Niente drammi, anche se si apre la porta ad una settimana che potrebbe dire davvero molto sul futuro imminente: con Ismajli che potrebbe rientrare, anche se da valutare il come, e con Walukiewicz che adesso fa stare tutti con il fiato sospeso Nicola potrebbe essere di nuovo in emergenza in difesa. E’ un mistero che il giovane georgiano (Goglichidze!) non giochi mai, l’unico acquisto difensivo di Accardi dello scorso inverno…