HELLAS VERONA (4-2-3-1) – 1 Montipò; 36 Tchatchoua, 23 Magnani, 42 Coppola (dal 35′ st 27 Dawidowicz), 3 Doig; 90 Folorunsho (dal 22′ st 20 Saponara), 33 Duda; 26 Ngonge (dal 47′ st 77 Mboula), 31 Suslov (dal 47′ st 2 Amione), 25 Serdar; 11 Djuric (dal 35′ st 9 Henry). A disp. 22 Berardi, 34 Perilli; 99 Bonazzoli, 32 Cabal, 37 Charlys, 13 Cruz. All. Marco Baroni
EMPOLI (4-3-3) – 25 Caprile; 19 Bereszynski, 4 Walukiewicz, 33 Luperto, 13 Cacace; 21 Fazzini (dal 11′ st 27 Zurkowski), 5 Grassi (dal 32′ st 18 Marin), 29 Maleh (dal 41′ st 39 Sodero); 11 Gyasi (dal 41′ st 31 Corona), 7 Shpendi (dal 11′ st 20 Cancellieri), 28 Cambiaghi. A disp. 1 Perisan, 99 Berisha; 22 Ranocchia, 38 Indragoli. All. Aurelio Andreazzoli
Arbitro: Sig. Daniele Doveri di Roma 1 (Perotti-Rossi | IV Uff.le Minelli – VAR Di Paolo-Sozza)
Marcatori: 3′ 11 Djuric (HV); 11′ st 26 Ngonge (HV), 19′ st 27 Zurkowski (E).
NOTE: Angoli Hellas Verona 5 Empoli 9. Ammoniti: al 13′ st 27 Zurkowski (E), al 24′ st 33 Duda (HV), al 32′ st 42 Coppola (HV), al 33′ st 28 Cambiaghi (E), al 37′ st 36 Tchatchoua (HV), al 45′ st 20 Cancellieri (E). Espulsi: al 42′ st 33 Duda (HV) per doppia ammonizione. Recupero: 2′ pt – 4′ st. Spettatori: 20mila.
Il gol di Szimon Zurkowski, che riaccende le speranze azzurre sotto di due gol al Bentegodi contro l’Hellas Verona a poco più di venti minuti dalla fine, alimentano i rimpianti: quelli di una partita, forse la più importante della stagione (almeno fin qui, ndr) giocata senza molti uomini persi per guai fisici alla vigilia; e quelli di un mercato di riparazione fino a questo momento assai deludente, che ha portato in dote al tecnico Aurelio Andreazzoli “solo” il centrocampista polacco, guarda il caso colui che è riuscito a rompere il digiuno di gol fatti dopo oltre un mese, ma che non è servito a perdere una partita di indubbio peso specifico per la classifica e per la lotta salvezza.
Il tecnico di Massa, già in emergenza in difesa a causa della carenza di terzini (Bastoni, Pezzella e Ebuehi ai box e Bereszynski tornando disponibile ma non al top della forma, ndr), perde alla vigilia del match altri quattro elementi: Ismajli, tanto per rimanere in difesa, e ricordando la lunga degenza del giovane Guarino, oltre a Caputo e Baldanzi, più Destro che si fa male durante il riscaldamento. A questi si somma la partenza in settimana, causa calciomercato, di Daniel Maldini, curato dall’infortunio nei mesi scorsi e lasciato partire pronto per scendere in campo con la maglia del Monza, per chiudere con Viktor Kovalenko, elemento che si è dimostrato prezioso nelle ultime uscite e che aveva dato segnali importanti di crescita.
Così Aurelio Andreazzoli si affida al duo Luperto-Walukiewicz per cercare di contrastare i centimetri di Djuric, Grassi in cabina di regia con Fazzini e Maleh ai lati, e poi un attacco composto da Shpendi centravanti con Gyasi e Cambiaghi ai fianchi.
LA PARTITA – Il canovaccio, nonostante le pesantissime assenze, non cambia: si vede ugualmente l’impronta del tecnico di Massa con la sua squadra che costruisce tantissimo: Shpendi spreca a tu per tu con Montipò in uscita, Gyasi invece calcia sicuro in porta a Montipò battuto ma trova il muro di un difensore.
Dall’altra parte, invece, tra le due occasioni degli azzurri una capocciata di Djuric, sugli sviluppi del primo angolo del match, sbatte sulla faccia interna della traversa ed esce fuori dalla porta, dopo aver però varcato la linea bianca. E’ il gol che al minuto 2 e trentasei secondi certifica, con l’aiuto della Goal Tecnology, l’immediato sorpasso dei veneti.
Partita subito in salita per l’Empoli, non fossero bastate le grane dell’immediata vigilia, e nebbia che scende fitta dall’alto.
L’Empoli getta in campo tutto: il massimo che può con i suoi pregi e i suoi limiti. Nei pregi il possesso palla, l’aggressività, la ricerca del palleggio, e una mole industriale di occasioni da rete: è clamorosa la statistica alla fine del primo tempo; otto tiri verso lo specchio della porta, nessuno indirizzato tra i pali, quasi il doppio dei passaggi riusciti, una maggior presenza nella metà campo avversaria. Il Verona di contro tre tiri e tutti indirizzati a Caprile, di cui uno vincente.
SECONDO TEMPO – La ripresa non è tanto diversa, certo è più spezzettata, complici i cambi, e complice un Hellas Verona che agguantato il gol del 2-0 (11′ della ripresa) con un tiro dai venti metri di Ngonge, deviato in maniera decisiva da Grassi, cerca di rallentare il match.
Andreazzoli lo aveva già capito pochi minuti prima quando ancora il punteggio vedeva gli scaligeri avanti solo di un gol: infatti inserisce Cancellieri al posto di Shpendi, spostando Gyasi centravanti, e Zurkowski al posto di Fazzini.
Il cambio, sfortunato perché il Verona raddoppia praticamente sessanta secondi dopo, sortisce gli effetti sperati dieci minuti più tardi: sull’asse tutta polacca, cross di Bereszynski e colpo di testa di Zurkowski, l’Empoli rientra in partita anche dal punto di vista del risultato.
Da quel momento in poi è decisamente l’Empoli a fare la partita, con gli azzurri che quasi invadono la metà campo avversaria: il tecnico Baroni inserisce Saponara, un altro ex, al posto di Folorunsho (22′), mentre dieci minuti più tardi tocca a Marin ereditare il compito affidato a Grassi. E a quel punto Baroni capisce che rischia di essere riagguantato: effettua la staffetta Djuric-Henry come perno d’attacco, e assesta il muro difensivo con l’innesto di Dawidowicz al posto di Coppola, ammonito e a serio rischio espulsione sotto le fiammate di Cancellieri.
La differenza tra le possibilità di Baroni e quelle di Andreazzoli è fotografata al minuto 41′: perché mentre l’ex allenatore del Lecce inserisce due calciatori esperti, il tecnico di Massa getta nella mischia due Primavera (seppur 2004, ndr) ovvero Corona, figlio d’arte, al posto di Gyasi e Sodero al posto di Maleh.
Il ragazzino, si fa per dire perché il fisico è importante, costringe, nonostante le precazioni pocanzi descritte su Coppola, l’Hellas a giocare gli ultimi minuti in dieci causa l’espulsione per doppio giallo di Duda, mentre Cancellieri si becca un giallo pesante per proteste che gli farà saltare la prossima sfida in casa contro il Monza.
La ripresa conta due tiri del Verona, ed un gol, ed altri sei assalti empolesi con Luperto che manda clamorosamente fuori da centro area in uno degli assalti offensivi azzurri.
Il triplice fischio finale sancisce un punteggio pesante, pesantissimo per la classifica, e forse anche per il morale di tutto l’ambiente. L’Hellas Verona vince anche la sfida di ritorno e vola a quota 17, +4 sugli azzurri, in una classifica sempre più brutta.
E ORA PAROLA E FATTI AI DIRIGENTI – Tocca alla società ora fare le mosse in questi giorni di calciomercato, perché la sensazione è che il tecnico Andreazzoli stia davvero ottenendo il massimo dal “materiale” a disposizione. L’Empoli necessita a questi punti di due centravanti affidabili e che possano scendere in campo perché ne Destro e ne Caputo, l’età avrà una sua importanza?, non sembrano dare garanzie almeno a questi livelli.
ULTIME DUE CURIOSITA’, CHE AFFIDIAMO A DUE DOMANDE – Perché così tanti infortuni? E perché la Primavera dell’Empoli gioca con così tanti fuoriquota 2004, nonostante quant’anno sia prevista una sola retrocessione e la salvezza sia praticamente cosa fatta? E’ la squadra più vecchia del torneo, non sembra in grado di poter lottare per lo scudetto e, mentre gli altri club fanno fare esperienza ai più “piccoli” l’Empoli rischia di non far crescere i suoi… sembrano due temi scollegati con la prima squadra, ma solo apparentemente. Perché l’impressione è che ci siano stati errori di valutazione molto simili, forse gli stessi che stanno condizionando in maniera pesantissima la stagione della prima squadra.