ROMA (4-3-2-1) – 99 Svilar; 19 Celik (dal 1′ st 59 Zalenski), 23 Mancini, 5 Ndicka, 3 Angelino; 4 Cristante (dal 17′ st 28 Le Fee), 16 Paredes (dal 18′ st 35 Baldanzi), 7 Pellegrini; 21 Dybala, 18 Soule (dal 32′ st 14 Shomurodov); 11 Dovbyc. A disp. 89 Marin, 98 Ryan; 9 Abraham, 8 Bove, 66 Buba Aboubacar, 67 Costa, 26 Dahl, 92 El Shaarawy, 72 Nardin, 61 Pisilli, 6 Smalling. All. Daniele De Rossi
EMPOLI (3-4-2-1) – 23 Vasquez; 4 Walukiewicz, 34 Ismajli, 21 Viti; 11 Gyasi, 6 Henderson, 93 Maleh (dal 18′ st 32 Haas), 3 Pezzella (dal 18′ st 13 Cacace); 10 Fazzini (dal 43′ st 30 Stojanovic), 17 Solbakken (dal 13′ st 99 Esposito); 29 Colombo (dal 42′ st 19 Ekong). A disp. 12 Seghetti, 98 Brancolini; 2 Goglichidze, 14 Guarino, 35 Marianucci, 7 Shpendi. All. Salvatore Sullo (Roberto D’Aversa squalificato in tribuna)
Arbitro: Sig. Luca Zufferli di Udine (Perrotti-Ceccon | IV Uff.le La Penna – VAR Meraviglia-Aureliano)
Marcatori: al 45′ 11 Gyasi (E); al 16′ st rig. 29 Colombo (E), al 35′ st 14 Shomurodov (R).
Note: Angoli Roma 8 Empoli 5. Ammoniti: al 26′ 93 Maleh (E); al 13′ st 17 Solbakken (E), al 39′ st 13 Cacace (E). Espulsi: nessuno. Recupero: 1′ pt – 6′ st. Spettatori: 60mila.
La vittoria dell’Empoli in casa della Roma è di una portata storica: mai il club azzurro era riuscito a vincere in casa dei giallorossi in campionato, mai aveva vinto all’Olimpico, perché guardando al dato statistico-storico il club azzurro non era mai riuscito a vincere in casa di una delle due romane. Così l’Olimpico da stasera resta un tabù solo in chiave Lazio.
Incredibile come il calcio nel giro di meno di un anno possa capovolgere e stravolgere tutto: ad inizio settembre del 2023 il clamoroso tonfo storico dell’Empoli in casa dei giallorossi, uno 0-7 che costò la panchina all’allora tecnico dei toscani Paolo Zanetti (oggi alla guida dell’Hellas Verona, ndr). Da allora sulla panchina dell’Empoli sono transitati tre tecnici: da Andreazzoli, tra l’altro ex Roma, a Davide Nicola con cui l’Empoli vince contro i giallorossi all’ultima giornata della passata stagione con gol all’ultimo tuffo di Niang che valse la salvezza, fino all’attuale tecnico D’Aversa (squalificato e sostituito in panchina dal partenopeo Sullo, ndr) con cui gli azzurri centrano un clamoroso ed inaspettato successo, guarda un po’ ancora per 2-1.
L’Empoli ha il merito di preparare bene questa sfida, di provare ad andare a prendersi qualcosa che forse ingiustamente non era stato raccolto nel positivo esordio casalingo di una settimana prima tra le mura amiche contro il Monza, terminato 0-0 nonostante le tante occasioni da gol. In molti hanno sottolineato la prova un po’ sottotono dei giallorossi, privi di alcuni uomini chiave e apparsi ancora un po’ fuori forma; altri invece hanno preferito sottolineare come le attenzioni delle ultime ore, rivolte alle vicende legate alla permanenza in giallorosso di Dybala, abbiano potuto influire in chiave nervosa e mentale sull’approccio alla partita dei capitolini contro gli azzurri. Forse è vero tutto questo, ma preferiamo a ragion veduta sottolineare la prestazione convincente da squadra di un Empoli che comunque, nonostante il successo di questa portata storica, deve essere puntellato con almeno altri tre innesti di un certo spessore, per dare ulteriori alternative ed una maggiore profondità di scelta a mister D’Aversa.
Ciò che colpisce è il fatto che il successo dell’Empoli in casa della Roma non è per niente causale e, anche se siamo ad Agosto ed è pertanto sempre “calcio d’agosto”, in questa pazza serata romana sono arrivati alcuni segnali confortanti. Per esempio l’impressione che l’attacco azzurro possa poter far male da un momento all’altro, gli schemi ed i movimenti su palla inattive, la ferocia con la quale si va a puntare la metà campo altrui.
Prima del gol di Gyasi sul gong della prima frazione, infatti, gli azzurri si erano divorati almeno altre tre colossali occasioni gol: il tiro di Fazzini deviato in angolo con la palla a fil di palo, Gyasi che di testa e a porta vuota sugli sviluppi dello stesso angolo aveva mandato clamorosamente sul fondo a poco più di un metro dalla porta; e poi ancora il tiro incrociato di Fazzini respinto da Svilar sulla quale si è avventato Colombo che di testa e a porta sguarnita aveva colpito una clamorosa traversa.
Certo gli azzurri sono stati anche un pelino fortunati nel secondo tempo quando la Roma ha colpito tre legni con Pellegrini (incrocio dei pali, ndr), Mancini e Dybala contro la stessa base del palo alla sinistra di Vasquez. Ma a quel punto il risultato era già sul 2-0 grazie alla magia di Esposito (16′), entrato da tre minuti al posto del freschissimo ex Solbakken, che ha fatto sparire il pallone dalla visione di Paredes costringendolo ad un fallo da rigore piuttosto plateale, e alla freddezza di Colombo che dal dischetto non si è fatto intimorire dai fischi di scoraggiamento dell’Olimpico spiazzando l’estremo giallorosso.
Un’altra interessante riflessione riguarda la compattezza e l’organizzazione difensiva mostrata dalla squadra di D’Aversa, al quale insisto nel dire manca ancora un ultimo tassello là dietro per dare alternative (la stagione è lunga, ndr): è piaciuta perché la Roma è vero che ha colto tre legni ma ha dato l’impressione di faticare moltissimo per costruirsi la possibilità di affacciarsi dalle parti di Vasquez.
Il gol che ha riacceso le speranze di rimonta dei giallorossi, a dieci minuti dal termine, è arrivato in un momento in cui, onestamente, sembrava che l’Empoli potesse essere in totale controllo e gestione del match, ed è arrivato più per una distrazione e leggerezza di un singolo (Cacace, ndr) che non per quanto descritto prima.
Infine la riflessione sulla gestione mentale e nervosa della squadra in campo. Nel momento in cui la Roma ha adoperato il massimo sforzo, in quel quarto d’ora d’assalto finale composto dagli ultimi nove minuti regolamentari sommati ai sei di recupero, l’Empoli ha sofferto e rischiato anche qualcosina ma senza mai perdere la testa e lucidità ed, anzi, in pieno recupero ha anche sfiorato il tris con una bella combinazione offensiva ed un guizzo importante quanto talentuoso di Esposito, il cui tiro ha impegnato ad un severo intervento il portiere Svilar.
La vittoria in casa della Roma ora non deve assolutamente far abbassare la guardia: giusto celebrare il successo almeno in questa nottata, e magari assaporare una dolce colazione dell’ultimo lunedì d’agosto; vietato però fare voli pindarici, sarà un campionato lungo, duro e complesso, dove non mancheranno momenti di difficoltà, magari anche estremi. Questi tre punti arrivati stasera dovranno essere intrepretati come “tre solidi mattoni” su cui costruire l’ennesima impresa.