HELLAS VERONA (4-2-3-1) – 1 Montipò; 38 Tchatchoua, 23 Magnani, 27 Dawidowicz, 12 Bradaric (dal 34′ 87 Ghilardi); 6 Belahyane, 21 Dani Silva (dal 15′ st 20 Kastanos); 31 Suslov (dal 15′ st 35 Mosquera), 14 Rocha Livramento (dal 1′ st 18 Harroui), 8 Lazovic; 11 Tengstedt (dal 35′ st 9 Sarr). A disp. 22 Belardi, 34 Perilli; 80 Cisse, 82 Corradi, 4 Daniliuc, 5 Faraoni, 17 Sishuba. All. Paolo Zanetti
EMPOLI (3-4-2-1) – 23 Vasquez; 2 Goglichidze, 34 Ismajli, 21 Viti; 11 Gyasi, 8 Anjorin (dal 24′ st 19 Ekong), 93 Maleh (dal 38′ st 35 Marianucci), 3 Pezzella (dal 24′ st 6 Henderson); 99 Esposito (dal 38′ st 17 Solbakken), 13 Cacace; 9 Pellegri (dal 11′ st 29 Colombo). A disp. 1 Perisan, 12 Seghetti; 7 Sambia, 22 De Sciglio, 31 Tosto; 16 Belardinelli; 90 Konate. All. Roberto D’Aversa
Arbitro: Sig. Marco Di Bello di Brindisi (Scatragli-Moro | IV Uff.le Cosso – VAR Marini-Paganessi)
Marcatori: al 16′ 99 Esposito (E), al 19′ 99 Esposito (E), al 32′ 13 Cacace (E), al 35′ 11 Tengstedt (HV), al 42′ 29 Colombo (E).
Note: Angoli Hellas Verona 5 Empoli 8. Ammoniti: al 12′ 21 Dani Silva (HV), al 40′ 87 Ghilardi (HV); al 29′ 93 Maleh (E), al 47′ st 6 Henderson (E). Espulsi: nessuno. Recupero: 2’+3′ pt – 3′ st. Spettatori: 25mila.
Pioggia, lacrime, gioia e gloria. Succede tutto nel primo tempo al Bentegodi di Verona, dove l’Empoli schianta nel vero senso letterario della parola l’Hellas Verona, e ci riesce con un primo tempo che rasenta la perfezione d’esecuzione, riassunta nelle prime quattro parole utilizzate in questo pezzo.
Pioggia, una pioggia fitta e battente, che si è abbattuta come da previsione sulla città scaligera, e che ha caratterizzato una domenica calcistica.
Lacrime, quelle di Pietro Pellegri che dentro al nono del primo tempo chiama il cambio tenendosi il ginocchio sinistro in mano, tra gli occhi impietriti dello staff sanitario azzurro. Unica nota stonata di un pomeriggio da inscrivere tra le pagine belle della storia azzurra.
Gioia, quella di Sebastiano Esposito che realizza la sua prima doppietta in Serie A, nello stesso pomeriggio in cui i suoi fratelli Salvatore e Francesco Pio fanno gol altrettanto con la maglia dello Spezia; la stessa gioia provata da Colombo che torna al gol dopo un po’ di sofferenza, da mister D’Aversa e da tutto il gruppo che saggia l’ebrezza della quarta vittoria stagionale.
Gloria, quella di Liberato Cacace, primo neozelandese della storia a segnare un gol in Serie A.
L’Empoli perde il proprio centravanti dopo neanche dieci minuti: Pellegri, che cade male sul ginocchio sinistro dopo uno stacco aereo, lascia il campo per Colombo, ma l’atteggiamento della squadra di D’Aversa non cambia. Aggressività sui portatori di palla avversari, velocità di esecuzione e, possibilmente, cercare di sfruttare al massimo ogni minima opportunità; in una parola cinismo. E l’Empoli è cinico quanto basta, tanto che nel giro di tre minuti tra il 16′ ed il 19′ si ritrova sul 2-0. Al minuto 16 il gol che rompe il ghiaccio, il primo dei due di Esposito: un tiro che, deviato da Magnani, si trasforma in un velenoso pallonetto su cui Montipò nulla può. Tre minuti dopo Anjorin ruba palla a centrocampo, spacca in due centralmente il fronte difensivo scaligero e serve Esposito che da sinistra buca sul primo palo Montipò con un rasoterra che brucia sul tempo il portiere dell’Hellas.
Il Verona è già al tappeto, l’Empoli è asfissiante e non da respiro ai veneti, che al 32′ capitolano ancora. Ancora una palla rubata a centrocampo da il là all’azione offensiva che si conclude con una conclusione di Cacace. Il tiro del neozelandese è deviato da un difensore gialloblu, una deviazione decisiva che mette fuori causa Montipò.
Il terzo gol, sommato ai fischi ora assordanti dagli spalti, ha l’effetto di scuotere la squadra di Zanetti che, dopo aver sostituito Bradaric con Ghilardi, ha una reazione più per trans agonistico che per le idee. Tuttavia è il minuto 35 quando Suslov invita al galoppo Tchatchoua che scappa sulla destra al controllo di Pezzella e appoggia al centro per Tengstedt: l’attaccante danese al volo insacca alla sinistra di Vasquez, preso in leggero controtempo. L’Hellas ora sembra rientrato in partita, anche mentalmente, e per cinque minuti carica a testa bassa rianimando un Bentegodi infreddolito, deluso e arrabbiato. La difesa azzurra vive qualche istante di apnea, Vasquez deve respingere in angolo un tiro ravvicinato e angolato di Suslov. Nel momento di massima spinta dei padroni di casa l’Empoli punge ancora, e ancora una volta con cinismo spietato. Minuto 41′: Colombo si procura una punizione, con giallo proprio a Ghilardi, da posizione centrale e piuttosto invitante. Dai venti metri Esposito calcia, ma il tiro respinto dalla barriera finisce proprio a Colombo che controlla e al volo disegna un rasoterra preciso, forte e angolato, Montipò si distende quanto può, quanto non basta per evitare il poker azzurro.
L’Empoli potrebbe perfino dilagare, ed è Anjorin l’artefice delle altre due emozioni finali di tempo. L’inglese sfiora il gol all’incrocio dei pali con un tiro a giro su cui Montipò sembra ancora in ritardo, poi si invola da solo verso il portiere dell’Hellas Verona. E’ bravo Montipò a restare in piedi fino alla fine, con Anjorin che nel tentativo di saltarlo alla sua sinistra cade giù toccato dall’estremo difensore; sul momento Di Bello assegna il penalty, poi il Var lo richiama al monitor e vedendo il leggero tocco di Montipò sul pallone cancella il rigore. Il Var, tra l’altro, non era intervenuto intorno alla metà della prima frazione su Dani Silva, solo ammonito, per un intervento su Colombo che forse meritava un colore diverso, con il portoghese quindi graziato.
L’Hellas Verona lascia il campo sotto un diluvio di fischi, stati d’animo contrapposti in casa empolese. Dagli spogliatoi i padroni di casa rientrano con una novità: Zanetti inserisce Harroui al posto di Rocha Livramento. La partita però, dopo un primo tempo giocato su ritmi molto alti, vive di fiammate con l’Empoli che ovviamente non ha nessun interesse ad alzare i toni della sfida. Zanetti all’ora di gioco prova a cambiare ancora e passa ad un superoffensivo 3-3-4 con gli inserimenti di Mosquera e Kastanos al posto di Suslov e Dani Silva. Il Verona è maggiormente presente nella metà campo azzurra ma, specialmente quando D’Aversa inserisce forze fresche come quelle di Henderson ed Ekong al posto di Anjorin e Pezzella, offre il fianco alle ripartenze dei toscani.
Da una di queste nasce l’azione che porta Ekong al tiro dal limite: la conclusione termina di pochissimo a lato alla sinistra di Montipò.
Il Verona ci prova Mosquera che quasi accarezza la base del palo, con Vasquez apparentemente sulla traiettoria, e poi ancora con Mosquera che spedisce in curva una smanacciata dello stesso Vasquez.
Ancora cambi: il Verona inserisce Sarr al posto di Tengstedt, l’Empoli invece inserisce Marianucci per Maleh e Solbakken al posto di Esposito. Se il Verona non riesce più a calciare verso Vasquez l’Empoli sfiora ancora la quinta rete con una bordata dal limite di Marianucci su cui si esalta Montipò che con la mano di richiamo devia in calcio d’angolo.
E’ l’ultimo sussulto, poi c’è spazio per il nuovo diluvio di fischi dei sostenitori scaligeri e gli applausi scroscianti di quelli toscani, con tifosi e squadra che si lasciano andare in un abbraccio ideologico, in una serata magica, di pioggia, di lacrime, di gioia e di gloria.