Prevale la delusione, e non è il risultato a determinare questo sentimento, ma la determinazione con la quale è stata affrontata questa partita.
È inutile girarci intorno: è arrivato il momento no della stagione, quel momento in cui tutto sembra girare storto; giocatori che si infortunano, assenze dell’ultimo momento, squalifiche, scelte offensive sbagliate, e i soliti gol presi nello stesso modo come un disco in modalità “loop”, sempre con la stessa maledetta modalità della palla inattiva e con quelle battute da calcio d’angolo. E l’Empoli pare momentaneamente ad un angolo, in un ipotetico ring, in difficoltà, appoggiato alle corde, mentalmente tranquillo perché i punti ci tengono su, moralmente in stallo perché si vede ad occhio nudo che questo gruppo è in sofferenza.
Ora serve una scossa, un episodio, e forse la sosta di fine marzo, dopo la trasferta di Bergamo potrà risultare determinante alla vigilia di una gara casalinga con il Lecce che potrebbe dare un “senso” in un modo o nell’altro al finale di stagione.
Serve tornare a giocare con la fame e le farfalle nello stomaco, sennò diventiamo una squadra normale e l’Empoli quando diventa una squadra normale non fa mai bene.