𝙇𝙖 𝙤𝙡𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙚𝙡 𝙪𝙣𝙚𝙙𝙞
(Episodio 75) – “ℋ𝑜 𝒾𝓂𝓂𝒶𝑔𝒾𝓃𝒶𝓉𝑜 𝒹𝒾 𝑒𝓈𝓈𝑒𝓇𝑒 𝒾𝓃 𝓊𝓃𝑜 𝓈𝒸𝑜𝓂𝓅𝒶𝓇𝓉𝒾𝓂𝑒𝓃𝓉𝑜 𝒹𝒾 𝓊𝓃 𝓉𝓇𝑒𝓃𝑜 𝑒 𝒹𝒾 𝒹𝑜𝓋𝑒𝓇 𝓋𝒾𝒶𝑔𝑔𝒾𝒶𝓇𝑒 𝓅𝑒𝓇 𝓊𝓃 𝓅𝑜’ 𝒸𝑜𝓃 𝓊𝓃 𝒸𝑜𝓂𝓅𝒶𝑔𝓃𝑜 𝒹𝒾 𝓋𝒾𝒶𝑔𝑔𝒾𝑜 𝑜𝓈𝓉𝒾𝓁𝑒, 𝑒 𝒸𝒽𝑒 𝓁𝓊𝒾 𝓈𝒾 𝓈𝒶𝓇𝑒𝒷𝒷𝑒 𝓈𝓉𝒶𝓃𝒸𝒶𝓉𝑜 𝒹𝒾 𝓂𝑒, 𝓈𝒸𝑒𝓃𝒹𝑒𝓃𝒹𝑜 𝒹𝓊𝓇𝒶𝓃𝓉𝑒 𝒾𝓁 𝓋𝒾𝒶𝑔𝑔𝒾𝑜…”.
Non è andata così Luca.
Sarà per quel quadro appeso in casa da una trentina d’anni che ti ritrae in compagnia di mio fratello, piccolo calciatore, che quasi sei stato un nostro compagno di viaggio da bambini, poi ragazzi e infine uomini. Sarà che avevi in mio babbo un grande estimatore: “Roberto Baggio e Gianluca Vialli sono i calciatori più intelligenti e preparati di questa epoca …”, ci ripeteva sempre, a me e mio fratello, esempi da seguire; per come avete vissuto il calcio, per quello che avete rappresentato per più di una generazione.
Sarà per quel tuo eterno sorriso, per il modo semplice di affrontare le cose, di non prenderti fino in fondo sul serio; sarà per quel modo genuino di metterti in discussione prima tu degli altri.
Sarà che non ti sei mai costruito o auto celebrato: sei stato sempre semplicemente Gianluca Vialli … Luca Vialli, da calciatore, da allenatore, da opinionista televisivo, da uomo.
Amato dai tifosi delle squadre in cui hai militato, amato in generale da tutti gli sportivi, applaudito dagli avversari.
Il tuo è stato un percorso vincente, pieno di soddisfazioni, ricco di messaggi… ma, mentre immagino mio babbo alzarsi in piedi e applaudirti come in quel 24 gennaio 1988 ad una tua rovesciata tra le stelle, penso al messaggio forse più importante che ci lasci in eredità:
“𝗮 𝗾𝘂𝗮𝗻𝘁𝗼 𝘃𝗮 𝗮𝗺𝗮𝘁𝗮 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝘃𝗶𝘁𝗮”.