𝙇𝙖 𝙤𝙡𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙚𝙡 𝙪𝙣𝙚𝙙𝙞
(Episodio 73) – Avrà sicuramente festeggiato, lassù, tra le nuvole: Diego… al sollevar della coppa al cielo trentasei anni dopo Mexico.
Il più forte calciatore di tutti i tempi, argentino… Re di Napoli per sempre.
Diego, uomo forte e fragile, di cuore, generoso e sensibile… nella sua grandezza uomo semplice. Come quando arrivò nell’aprile del 1987 ad Empoli: lui campione del Mondo in uno stadio con una tribuna in tubi innocenti e gradoni in legno per una partita di Serie A, la prima dell’Empoli in Serie A contro i partenopei.
Finì senza né vinti né vincitori: 0-0, ma tanto spettacolo, con colpi di classe, giocate e spalti gremiti.
Finì come iniziò: Diego con un cappello bianco in testa, disponibile con tutti, a pochi passi dal portone in legno degli spogliatoi, a firmare autografi, a rispondere alle domande, a distribuire carezze e sorrisi ai bambini, a concedersi qualche scatto in polaroid e a dispensare complimenti alla città di Empoli per la sportività e ai magazzinieri e giardinieri per l’ottimo terreno di gioco.
Forse erano altri tempi, forse era un altro calcio… o forse era semplicemente Diego.