𝙇𝙖 🥐𝙤𝙡𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙚𝙡 ✏️𝙪𝙣𝙚𝙙𝙞 (Episodio 186) – Nel giorno in cui l’Empoli FC 1920 fissa il nuovo record negativo con la più larga sconfitta casalinga nei suoi quasi 105 anni di storia, almeno per quanto concerne i tornei professionistici, il club azzurro conferma di essere nonostante tutto una straordinaria realtà calcistica italiana, una vera e propria Accademia di uno degli sport più popolari del Mondo.
Il debutto di Thomas Campaniello in Serie A a 16 anni 11 mesi e 23 giorni, con un gol sfiorato per questione di qualche centimetro sopra la traversa, ha fatto eco in tutta Italia, per alcuni versi quasi mitigando l’onta di una sconfitta che fa male, certamente ricordando in cosa è inimitabile la nostra realtà ed in cosa dobbiamo continuare a fare per avere un futuro brillante e ricco di soddisfazioni.
I giovani e l’Empoli rappresentano un filo conduttore imprescindibile fin dai primissimi calci al pallone in riva all’Arno, quando un giovanissimo Carlo Castellani esordì ufficialmente il 7 novembre 1926 a 17 anni 9 mesi e 23 giorni nel campionato di Terza Divisione Toscana segnando anche un gol pesante nel vittorioso derby con l’ASSI Firenze terminato 4-3 (al termine della stagione saranno 16 reti in 18 presenze).
Tra i tanti giovani che hanno fatto il loro esordio tra i professionisti a 17 o 18 anni, e credetemi sono decine e decine per cui diventa impossibile nominarli tutti, troviamo anche due ragazzi che di strada ne hanno fatta tanta. Debuttarono insieme durante un confronto tra Juventus ed Empoli, il 31 gennaio del 1988 in una partita di Serie A: parliamo di Eusebio Di Francesco, 18 anni 4 mesi e 23 giorni, e Nicola Caccia, 17 anni 9 mesi e 21 giorni.
Qualche anno dopo, il 9 giugno 1991, nello stadio intitolato proprio a Carlo Castellani, avveniva l’esordio tra i professionisti in Serie C1 di un certo Vincenzo Montella: gli azzurri superarono il Varese per 2-1, Vincenzo debutta a 16 anni 11 mesi e 356 giorni, un po’ di tempo dopo e sempre con la maglia azzurra cucita addosso gli fu affibbiato il nickname di “Aeroplanino”, in onore al suo modo di esultare dopo ogni gol, e che gol!
Ma c’è un’altra data impressa nella storia azzurra: è quella del 3 settembre 2000. Non fu un giorno pienamente felice, gli azzurri furono sconfitti sul proprio terreno di gioco dalla Pistoiese in un derby infuocato di Serie B. Ma quel giorno a 16 anni 5 mesi e 10 giorni il tecnico Silvio Baldini fece esordire un altro giovane talento: Francesco Lodi. Quel pomeriggio perdemmo un derby, e ricordo benissimo l’amarezza per la sconfitta. Meno di due anni dopo però, con una squadra infarcita di giovani talenti, fummo promossi in Serie A, e cinque anni più tardi con Lodi protagonista vincemmo il nostro primo campionato di Serie B.
Ecco è questa la nostra storia, una storia bellissima, nel senso più positivo e amorevole una storia fatta di straordinari “incoscienti giovani”…
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