𝙇𝙖 
𝙤𝙡𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙚𝙡 
𝙪𝙣𝙚𝙙𝙞 (Episodio 182) – Approdasti ad Empoli in un giorno di un’estate dove la delusione si tagliava ancora a fette. Dove c’era da ricostruire quasi tutto: dal rapporto con tifosi e sportivi, perché la delusione post-Palermo era stata davvero enorme, ad un nuovo assetto dirigenziale, perché anche l’addio di Marcello Carli non era stato da meno, per finire ad una squadra completamente nuova.
Dovevamo ritrovare prima di tutto l’entusiasmo perché l’ambiente si era accartocciato, come schiacciato da una stagione strana e difficile, finita in una “tragedia sportiva”.
Il tuo primo scatto azzurro è una foto semplice: appena pochi minuti dopo la firma su un pezzo di carta che probabilmente ha cambiato la tua storia calcistica e non solo, e ha contribuito a mutare anche quella del nostro club.
Poi sono seguiti centinaia di “scatti di vita”: piene di gioie, di linguacce, di successi, e anche di lacrime… perché con l’Empoli hai vinto e sei stato promosso, hai perso e sei retrocesso, poi ti sei salvato e sei tornato protagonista, ma la cosa veramente più profonda è un’altra; ad Empoli hai trovato una seconda casa, una vera seconda casa.
Qualche mese fa scrissi che lasciavi l’Empoli, che un pezzo di storia era finito ma in fondo l’Empoli non lo avresti mai lasciato, perché questo club, questa città e questi colori sono come tatuati direttamente sul cuore.
Ora, che hai deciso di appendere le scarpette al chiodo, sei definitivamente un pezzo di storia importante, e soprattutto empolese per sempre…
Francesco Caputo il giorno che ritirò il Premio Leone d’Argento dalle mani del presidente Fabrizio Corsi e dell’ex bomber azzurro Marco Balesini (Credit Ph EFC 1920)
