𝙇𝙖 𝙤𝙡𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙚𝙡 𝙪𝙣𝙚𝙙𝙞
(Episodio 166) – Per una volta, e per la prima volta “La Colazione del Lunedì”, è un qualcosa di un po’ più personale.
Caro Ighli, il tuo è stato un viaggio bellissimo, probabilmente uno degli ultimi, se non l’ultimo, che ha trascinato con sé nel tempo valori e tradizioni che agli occhi di oggi appartengono ormai ad un’altra epoca.
C’è tutto dentro al tuo viaggio: i sogni di un bambino poi ragazzo, quelli di un calciatore che diventa professionista e vince un Europeo con l’Italia Under 21, saggiando i campi prima della Serie B e poi della Serie A. La semplicità e la pacatezza, la classe cristallina, che ha fatto impazzire i tifosi della Salernitana e innamorare quelli dell’Empoli, i cui colori e maglia ti sei cucito addosso, rifiutando ben altre platee e prendendoti di diritto la numero dieci per sempre.
Hai reso tutto semplice, e hai ricordato l’essenza del calcio che non fa distinzioni di categorie nell’immaginario di chi lo ama, continuando a donare carezze calcistiche anche quando per molti i riflettori si erano già spenti. Invece ti sei preso meritati applausi a La Spezia e con l’Entella Chiavari, per poi portare in dote il verbo del calcio a Viareggio, come a Massaciuccoli, Spianate, Segromigno e Pieve San Paolo, chiudendo la carriera con un campionato di Terza Categoria vinto che vale quanto uno Scudetto. Uno Scudetto moralmente vinto insieme a te, in un ipotetico cerchio che si è chiuso tra due ragazzi praticamente coetanei, cresciuti con la stessa visione di vivere il calcio: con una penna in una mano ed un microfono nell’altra, a raccontar le magie di quello in campo con il pallone tra i piedi.
Una visione un po’ fantastica, un po’ poetica, un po’ romantica, e da oggi se permettete anche un po’ più nostalgica.