ATALANTA (3-4-2-1) – 29 Carnesecchi; 3 Kossounou, 19 Djimsiti (dal 25′ st 4 Hien), 23 Kolasinac; 16 Bellanova (dal 35′ st 7 Cuadrado), 8 Pasalic, 13 Ederson, 77 Zappacosta (dal 25′ st 22 Ruggeri); 17 De Ketelaere, 11 Lookman (dal 25′ st 24 Samardzic); 32 Retegui (dal 21′ 10 Zaniolo). A disp. 28 Rui Patricio, 31 Rossi; 2 Toloi, 5 Godfrey, 6 Sulemana, 27 Palestra, 44 Brescianini. All. Gian Piero Gasperini
EMPOLI (3-4-2-1) – 23 Vasquez; 2 Goglichidze (dal 35′ st 35 Marianucci), 34 Ismajli, 13 Cacace; 11 Gyasi, 8 Anjorin, 5 Grassi (dal 25′ st 93 Maleh), 3 Pezzella; 6 Henderson (dal 39′ st 7 Sambia), 99 Esposito (dal 25′ st 10 Fazzini); 29 Colombo. A disp. 1 Perisan, 12 Seghetti; 31 Tosto, 38 El Biache, 19 Ekong, 90 Konate. All. Roberto D’Aversa
Arbitro: Sig. Ermanno Feliciani di Teramo (Costanzo-Perrotti | IV Uff.le Arena – VAR Ghersini – Doveri)
Marcatori: al 13′ 29 Colombo (E), al 34′ 17 De Ketelaere (A), al 46′ st 11 Lookman (A); al 11′ st rig. 99 Esposito (E), al 41′ st 17 De Ketelaere (A).
Note: Angoli Atalanta 6 Empoli 3. Ammoniti: al 22′ 10 Zaniolo (A); al 15′ st all. D’Aversa (E), al 19′ st 3 Pezzella (E). Espulsi: nessuno. Recupero: 2′ pt – 6′ st. Spettatori: 25mila.
Piove sul bagnato per l’Empoli: non passa settimana in cui gli azzurri non debbano fare i conti con infortuni. La scorsa settimana è stato Solbakken a finire in infermeria, operato poi qualche giorno fa per una lussazione alla spalla, a poche ore dal match con l’Atalanta ha alzato bandiera bianca anche Viti, costretto al forfait per un problema al flessore della coscia sinistra.
Così mister D’Aversa, già orfano in difesa di De Sciglio per squalifica, oltre ai lunghi degenti Sazonov ed Ebuehi, è costretto ad inventarsi ancora una volta un nuovo assetto difensivo. Da ricordare poi le altre defezioni: da Belardinelli, di nuovo out per un risentimento, a Zurkowski, passando per Brancolini, Haas e Pellegri. Gli azzurri, in campo con la bellissima divisa in bianco marmoreo, si schierano con Goglichidze, Ismajli e Pezzella davanti a Vasquez, Cacace e Gyasi sugli esterni, Anjorin e Grassi al centro della mediana, con Henderson ed Esposito alle spalle di Colombo, con lo scozzese ad agire tra le linee orobiche e Anjorin a francobollare Ederson, dai cui piedi nascono le idee offensive dell’Atalanta.
Già proprio quell’Atalanta capolista alla vigilia di questo turno, e stimolata a riprendersi di nuovo la vetta dopo il successo esterno del Napoli, sofferto, in casa del Genoa. In un Gewiss Stadium di Bergamo stracolmo come ormai è abitudine, stracolmo di tifosi, bandiere, stendardi ed entusiasmo.
L’Empoli, stando alla carta e ai classici pronostici della vigilia, è la vittima sacrificale di turno, e l’Atalanta non può certo arrestare la propria corsa verso l’undicesima vittoria di serie A contro i toscani.
Tra l’altro in settimana l’Atalanta ha passeggiato con il Cesena, acquisendo con un risultato tennistico il pass per i Quarti di Finale, in una partita senza storia, già indirizzata bene dopo pochi minuti. Ma quella contro l’Empoli di D’Aversa è un’altra storia e già al decimo minuto, sul punteggio ancora inchiodato sullo 0-0, si intuisce da come le maglie bianche dei toscani accorciano, pressano, serrano gli spazi, in barba ai pronostici e alle sventure dell’infermeria. Al tredicesimo poi Colombo gela tutti, e tutto nasce da un’apparente rimessa laterale innocua nella metà campo orobica, una delle tante innocue rimesse laterali. Gyasi è bravo però a servire Henderson ben aldilà della linea difensiva dell’Atalanta, il fuorigioco nelle rimesse laterali non esiste, lo scozzese è lucido nel fintare il tiro e servire con un passaggio arretrato a centro area Colombo che di rimbalzo, e complice una deviazione avversaria, buca Carnesecchi.
L’Atalanta prova a reagire ma l’Empoli sembra aver studiato bene nei minimi particolari, tanto che gli orobici non riescono ad essere pericolosi dalle parti di Vasquez. Paradossalmente un segnale da giornata storta, l’infortunio di Retegui che sente tirare il flessore e chiama il cambio, per l’Atalanta si rivela mossa scaccia-incubo. Gasperini, infatti, inserisce Zaniolo e da quel momento i padroni di casa, senza un vero terminale offensivo, pungono di più. Zaniolo spazia senza dare troppi riferimenti e la linea difensiva azzurra è maggiormente sollecitata. Una parata di Vasquez con la complicità del palo su un colpo di testa di Kolasinac salvano l’Empoli, che al 33′ avrebbe una buona occasione con Cacace a centro area, la sua deviazione di testa è però centrale e di facile lettura.
Sul rovesciamento di fronte l’Atalanta pareggia. Minuto 34: cross da sinistra di Zappacosta e colpo di testa in tuffo di De Kateleare che sfrutta lo spazio lasciato da Cacace in marcatura. Il Gewiss si riaccende e l’Atalanta preme: al 42′ De Keteleare ispira ancora una volta con una pennellata per il colpo di testa di Djimsiti che si stampa di nuovo sul palo alla destra di Vasquez.
L’arbitro segnala due minuti di recupero, centoventi secondi addizionali in cui per la squadra di D’Aversa arriva puntuale la doccia gelata. E’ ancora De Kateleare ad inventare: cross in area da sinistra per la sponda di Zaniolo, che sposta di fisico Ismajli, e con Lookman che irrompe dentro l’area piccola con Cacace spettatore e Vasquez incolpevole battuto da pochi passi.
Una pugnalata nel momento peggiore per chiunque, a pochi centimetri dal traguardo dell’intervallo di una partita già di per sé maledettamente complicata, ed in cui i toscani si sono ritrovati ribaltati con due reti nate da situazioni verosimilmente quasi identiche, in due delle pochissime sbavature di condotta.
L’Empoli di D’Aversa però sembra possedere risorse magiche, riesce a trovarle un po’ come quel mago che fa uscire dal cilindro nero fantastici animaletti dal pelo bianco e lucente. Bianche e lucenti come quelle marmoree seconde divise adottate dall’Empoli formato trasferta, che con ammirevole abnegazione si cala nel mare di un secondo tempo che somiglia ad una missione impossibile. L’impresa è invece possibile quando ci metti cuore e orgoglio, amore e passione: dagli undici metri e dentro all’undicesimo minuto Esposito trasforma il rigore, conquistato due minuti prima e dopo una lunga revisione Var da Grassi, che riporta tutto in parità. Due a due. L’Atalanta si butta a capofitto alla ricerca del gol, ma cozza sistematicamente con l’organizzazione difensiva dell’Empoli, che avrebbe addirittura un paio di occasioni in contropiede per ribaltare la capolista.
A quattro minuti dal novantesimo il meritato sogno di portare a casa un punto pesantissimo svanisce: la Dea è “salvata” da una giocata di De Kateleare, anche se in pieno recupero Gyasi sfiora con un tiro deviato da un difensore orobico il clamoroso tre a tre.
Diciannove punti in diciassette partite e con all’orizzonte tre partite che potrebbero risultare le sfide “chiave” della stagione. La sensazione è che se gli infortuni non avessero ridotto all’osso la rosa di D’Aversa oggi gli azzurri potevano essere davvero ai margini della zona europea, con un margine ben più cospicuo di quello attuale sulla zona retrocessione. Ancora una partita, l’ultima del 2024, poi molto del futuro e di questo campionato passerà anche dalle stanze chiamate “calciomercato”.