Quando da bambino giocavo le partitelle tra amici, in piazza, al parco, ai campini, non giocavo solo con il pallone, ci mettevo anche la voce, il cuore e la fantasia.
Non ci mettevo dentro nomi altisonanti dei campioni del momento, c’erano i nomi di chi in quegli istanti stava giocando con me. Impegnavo il doppio del fiato degli altri: correvo, sudavo, palleggiavo e scartavo gli avversari, e nello stesso momento raccontavo quel che stava accadendo. Non ho mai pensato fosse stato fiato sprecato, stavo sognando e immaginando quello che mi sarebbe piaciuto fare un giorno: radio e principalmente le radiocronache.
La domenica per me era anche il momento dell’ascolto: quella determinata e dettagliata velocità con cui vengono raccontate le emozioni, quelle parole che ti fanno pensare di essere in un luogo senza esserci davvero.
Poi un giorno mi sono ritrovato dall’altra parte del microfono, e da allora è un viaggio nella fantasia bellissimo, un viaggio che prosegue da 26 anni pieno di immagini ed emozioni da trasferire agli altri, dove la “tua” voce si trasforma in vita, in partecipazione e condivisione.
Perché è vero, la radio si fa sempre in due: chi è al microfono e chi ascolta.
6 ottobre 1924 – 6 ottobre 2024
Buon compleanno Radio.