Dispiace per Luciano, amico, ma soprattutto uomo figlio di un altro calcio e di un’altra epoca, che si è giocato tutto per questi Europei, entrando in corsa e prendendo una Nazionale di Calcio Italiana ridotta a brandelli tra la solita politica squinternata e i soliti manager da strapazzo.
Questa Nazionale è la fotografia esatta della generazione italiana di oggi: massima attenzione all’immagine, tra “tatuaggini” e capelli all’ultimo grido; senza fame, senza grinta, senza ambizione, senza fantasia, senza cuore… una generazione figlia di strade già tracciate anziché di strade cercate, figlia dei campi di calcio troppo perfetti, e di ragazzi battezzati già campioni a diciotto anni dopo qualche giocata importante, con troppi soldi nei conti correnti, distanti anni luce dagli appassionati, trattati come miti senza lode, e di una “noia” senza senso.