MILAN (4-2-3-1) – 16 Maignan; 2 Calabria, 28 Thiaw, 23 Tomori (dal 18′ st 20 Kalulu), 19 Theo Hernandez; 4 Bennacer, 14 Reijnders (dal 18′ st 80 Musah); 11 Pulisic (18′ st 21 Chukwueze), 8 Loftus-Cheek, 17 Okafor (dal 45′ st 7 Adli). A disp. 83 Mirante, 57 Sportiello; 46 Gabbia, 74 Jimenez, 24 Kjaer, 38 Terracciano. All. Stefano Pioli
EMPOLI (3-4-2-1) – 25 Caprile; 34 Ismajli (al 42′ 19 Bereszynski), 4 Walukiewicz, 33 Luperto; 11 Gyasi, 21 Fazzini (dal 10′ st 8 Kovalenko), 29 Maleh, 3 Pezzella (dal 10′ st 13 Cacace); 28 Cambiaghi, 27 Zurkowski (dal 31′ st 20 Cancellieri); 10 Niang (dal 31′ st 23 Destro). A disp. 1 Perisan, 99 Berisha; 24 Ebuehi, 30 Bastoni, 7 Shpendi, 9 Caputo, 17 Cerri. All. Davide Nicola
Arbitro: Sig. Juan Luca Sacchi di Macerata (Pagliardini-Peretti | IV Uff.le Colombo – VAR Abisso-Di Paolo)
Marcatore: 41′ 11 Pulisic (M).
Note: Angoli Milan 11 Empoli 4. Ammoniti: al 24′ 21 Fazzini (E – diffidato, salterà prossimo turno), al 26′ 14 Reijnders (M); al 8′ st 3 Pezzella (E), al 20′ st 27 Zurkowski (E), al 35′ st 20 Cancellieri (E). Espulsi: nessuno. Recupero: 2′ pt – 4′ st. Spettatori: 55mila.
Con la trasferta in casa del Milan di Stefano Pioli inizia per l’Empoli di Davide Nicola il famigerato ciclo di fuoco che il calendario gli ha riservato. Dopo il Milan, infatti, tra cinque giorni la sfida casalinga in casa con il Bologna, e poi quella del primo aprile di nuovo a San Siro ma contro l’Inter. L’Empoli alla vigilia del match perde Marin per un colpo al costato, ma recupera Caputo che, con Ebuehi e Kovalenko, si siede in panchina. Il Milan deve fare a meno degli squalificati Leao e Florenzi, e dell’infortunato Pobega, Pioli lancia Jovic dal primo minuto e fa rifiatare Giroud.
PRIMO TEMPO – Il Milan parte con il piede sull’acceleratore e i primi quindici minuti sono a pieno appannaggio dei rossoneri che costruiscono subito una pericolosa palla gol con Okafor che impegna Caprile. L’Empoli superato il difficile impatto con la partita pian piano prende le misure ai rossoneri e alla distanza riesce anche in qualche sortita offensiva importante, guidato da un ispiratissimo Cambiaghi, vero e proprio folletto sulla sinistra. Gli azzurri poco dopo la mezzora avrebbero anche una ghiotta occasione con Gyasi che, finalizzando un’azione sull’asse Niang-Cambiaghi con pennellata di quest’ultimo, sopraggiunge da dietro e di testa devia verso Maignan, il pallone smorzato da un avversario arriva al portiere dei padroni di casa docile e lento. Il Milan fa la partita, l’Empoli sembra controllare bene e il primo tempo pare destinato ad un tranquillo ed onesto zero a zero. La sensazione è questa ma la cosiddetta “buccia di banana” su cui scivolare è sempre dietro l’angolo. E puntuale arriva al minuto 41 l’episodio che determina il disequilibrio del match e pure il risultato finale. L’episodio: la palla arriva a sinistra a Okafor, con Ismajli che si infortuna e non pressa (uscirà subito dopo per Bereszynski, ndr), il cross rasoterra dell’esterno rossonero arriva a Pulisic appostato al limite dell’area di rigore e che calcia masticando il pallone, una conclusione che non appare irresistibile ma che impatta sulla traiettoria con il piede piantato a terra di Luperto. Il difensore e capitano azzurro non fa in tempo a gestire il movimento del piede che la palla lo colpisce proprio lì, cambiando la traiettoria e beffando il proprio portiere Caprile. Uno a zero Milan e tutti negli spogliatoi. Sì perché dopo questo episodio, cambio Ismajli-Bereszynski a parte, non accade più nulla.
SECONDO TEMPO – La ripresa vede una nuova partenza importante del Milan alla caccia della rete per chiudere la partita. Per qualche elemento azzurro, a corto di ossigeno, c’è bisogno di un cambio: dentro Kovalenko al posto di Fazzini, e Cacace per Pezzella, entrambi ammoniti e a rischio espulsione (10′). Come nel primo tempo l’Empoli cresce alla distanza fino all’ultima ventina di minuti con Destro e Cancellieri in campo al posto di Niang e Zurkowski. Gli azzurri passano molto tempo dentro la metà campo rossonera e collezionano tre palle gol di una certa rilevanza. La prima con Cambiaghi: il suo tiro è destinato all’incrocio dei pali, ma è deviato da un difensore avversario, così Maignan puù rifugiarsi in angolo. L’Empoli è poi pericoloso per due volte con Destro. L’ex centravanti proprio del Milan coglie un palo clamoroso di testa, ma sarebbe stato annullato per fuorigioco, e poi a pochi minuti dalla fine della contesa, a tre metri dalla porta e lasciato colpevolmente solo a centro area, il numero ventitre azzurro anziché addomesticare il pallone e calciare prova la deviazione al volo di testa: l’esito fa aumentare il rammarico, non da potenza all’impatto e serve di fatto un passaggio a Maignan. E’ l’ultima clamorosa palla-gol per l’Empoli che dentro al terzo dei quattro minuti di recupero rischia di subire il 2-0 con un tiro di Musah neutralizzato in angolo da Caprile. Sarebbe stata una punizione eccessivamente ingenerosa per un Empoli tutto cuore e grinta, che tuttavia non è riuscito ad uscire indenne da San Siro.
I RISULTATI DAGLI ALTRI CAMPI – Due settimane fa gli azzurri vincendo a Sassuolo avevano di fatto scavalcato tutte le dirette avversarie in classifica, portandosi come prima del gruppone della lotta salvezza a quota 25 punti, peraltro in solitaria e a +5 sulla zona retrocessione. In due domeniche lo scenario è cambiato in maniera clamorosa. Le vittorie del Cagliari ad Empoli e dell’Hellas Verona con il Sassuolo di una settimana fa, e ancora quelle di Cagliari, Hellas Verona e Sassuolo di questo turno hanno trasformato la classifica rimescolando tutto. Ora la zona retrocessione dista un solo punto, e gli azzurri sono stati scavalcati in classifica proprio dal Cagliari e dall’Hellas Verona. Ad eccezione della Salernitana, che ha definitivamente gettato quasi ogni residua speranza negli ultimi turni in due scontri diretti e che pure calendario alla mano avrebbe avuto più scontri diretti di tutte le altre dirette concorrenti, c’è un gruppo di ben sette squadre raccolte in tre punti: quattro di loro resteranno in Serie A. E’ probabilmente la lotta più accesa e appassionante di questa stagione in massima serie calcistica nazionale, e forse una delle più appassionanti di sempre: alla faccia di chi vorrebbe ridurre a diciotto o perché no a sedici le squadre partecipanti, e che magari neanche si rende conto di ciò che in realtà sta sostenendo.
Fonte: gabrieleguastella.it