EMPOLI (4-3-3) – 99 Berisha; 19 Bereszinski (dal 1′ st 24 Ebuehi), 34 Ismajli, 33 Luperto, 30 Bastoni; 8 Kovalenko (dal 35′ st 21 Fazzini), 5 Grassi, 29 Maleh (dal 18′ st 18 Marin); 28 Cambiaghi, 9 Caputo (dal 41′ 7 Shpendi), 20 Cancellieri (dal 35′ st 11 Gyasi). A disp. 1 Perisan, 25 Caprile; 4 Walukiewicz, 13 Cacace, 22 Ranocchia, 27 Maldini, 23 Destro. All. Aurelio Andreazzoli
LECCE (4-3-3) – 30 Falcone; 17 Gendrey, 5 Pongracic, 6 Baschirotto, 13 Dorgu (dal 1′ st 25 Gallo); 16 Gonzalez (dal 25′ st 29 Blin), 20 Ramadani (dal 41′ st 77 Kaba), 10 Oudin (dal 15′ st 8 Rafia); 11 Sansone, 91 Piccoli (dal 15′ st Krstovic), 22 Banda. A disp. 21 Brancolini, 40 Samooja; 12 Venuti, 18 Berisha, 19 Listkowski, 23 Faticanti, 26 Smajlovic, 27 Strefezza, 55 Dermaku, 59 Touba. All. Roberto D’Aversa
Arbitro: Sig. Andrea Colombo di Como (Di Iorio-Capaldo | IV Uff.le Manganiello – VAR Gariglio-Valeri)
Marcatori: 19′ st 22 Banda (L), 26′ st autorete 8 Rafia (E).
NOTE: Angoli Empoli 8 Lecce 3. Ammoniti: al 4′ 16 Gonzalez (L), al 37′ 29 Maleh (E); al 7′ st 5 Grassi (E), al 23′ st All. D’Aversa (L), al 30′ st 20 Ramadani (L). Espulsi: nessuno. Recupero: 2′ pt – 5′ st. Spettatori: 8mila.
L’ennesima partita giocata al Castellani in un lunedì pomeriggio, l’ennesima occasione persa per l’Empoli che cicca l’occasione per tornare alla vittoria in casa e rendere più “leggera” una classifica che, invece, con il successo del Cagliari in rimonta sul Sassuolo la rende certamente più “corta” che mai, ma anche più pesante di quanto non lo fosse alla vigilia.
Il calendario delle ultime quattro del girone d’andata è poi piuttosto impervio: trasferta in casa del Torino, tra le mura amiche con Lazio e, dopo la trasferta di Cagliari, di nuovo in casa ma con il Milan come ospite. Sicché vien da dire che sia una salita impervia, assai impervia.
La partita tra Empoli e Lecce è stata un po’ la sagra degli errori, tantissimi da ambo le parti, ed orrori: quello di Berisha che regala il momentaneo vantaggio al Lecce, su un tiro non irresistibile di Banda da venticinque metri, è colossale. Ci può stare, ci mancherebbe, ma macchia in maniera indelebile una partita che fino a quel momento per il portiere azzurro, e della nazionale albanese, era stata anche piuttosto tranquilla: da regolare amministrazione insomma.
Meno tranquilla invece per il collega Falcone che, soprattutto nell’ultima mezzora, si è trasformato in un guardiano invalicabile: bravo su Cambiaghi, ermetico su Grassi, strepitoso su Luperto. Poi nulla ha potuto sul traversone di Cambiaghi che, deviato dal compagno Rafia, si è infilato beffardamente all’incrocio dei pali.
E fortuna dell’Empoli che almeno questo episodio è girato a proprio favore, permettendo agli azzurri di evitare un capitombolo che sotto tutti i punti di vista sarebbe stato davvero deleterio: per il morale, per la classifica, per tutto l’ambiente in generale.
E a proposito di morale va rilevata anche la reazione al gol subito di Berisha: questa è piaciuta. Quel gol poteva uccidere molte squadre, va dato il merito almeno che l’Empoli, seppur con tantissimi limiti, ha reagito da grande gruppo meritando ai punti di ribaltare la partita. La capacità di ribaltare la partita ce l’ha, eccome, il Cagliari di Ranieri, che affronteremo a fine anno, e che ribaltando il Sassuolo tra il 93′ e il 99′ ha fatto sprofondare ancora una volta l’Empoli in zona rossa.
Semmai fosse servita un’ulteriore conferma, questo lunedì calcistico ha evidenziato ancora una volta tutti i limiti strutturali di questa squadra. Chi l’ha costruita avrà un compito severo alla riapertura del mercato di gennaio, quello di azzeccare le mosse per assestare e rendere competitivo un reparto offensivo decisamente carente. Caputo, Shpendi e Destro (?) obiettivamente, e con tutto il rispetto per questi tre professionisti, non sembrano poter offrire garanzie in un campionato altamente competitivo come la Serie A.