EMPOLI (4-3-3) – 99 Berisha; 19 Bereszynski, 4 Walukiewicz, 33 Luperto, 3 Pezzella; 21 Fazzini (al 16′ st 5 Grassi), 18 Marin (al 27′ st 8 Kovalenko), 29 Maleh; 35 Baldanzi (al 16′ st 20 Cancellieri), 9 Caputo (al 27′ st 23 Destro), 28 Cambiaghi. A disp. 1 Perisan, 40 Stubljar; 7 Shpendi, 13 Cacace, 14 Guarino, 22 Ranocchia, 24 Ebuehi, 30 Bastoni, 34 Ismajli. All. Paolo Zanetti
JUVENTUS (3-5-2) – 36 Perin; 4 Gatti, 3 Bremer, 6 Danilo; 16 Mc Kennie (dal 39′ st 22 Weah), 20 Miretti (dal 17′ st 10 Pogba), 5 Locatelli, 25 Rabiot, 11 Kostic (dal 26′ st 27 Cambiaso); 7 Chiesa (dal 38′ st 18 Kean), 9 Vlahovic (dal 26′ st 14 Milik). A disp. 23 Pinsoglio, 38 Daffara; 12 Alex Sandro, 15 Yildiz, 17 Iling-Junior, 21 Fagioli, 24 Rugani, 41 Nicolussi Caviglia. All. Massimiliano Allegri
ARBITRO: Sig. Giovanni Ayroldi di Molfetta (Rossi-Perrotti | IV Uff.le Ghersini – VAR Di Martino/Di Paolo)
MARCATORI: al 24’ 6 Danilo (J); al 37′ st 7 Chiesa
NOTE – Angoli Empoli 3 Juventus 7. Ammoniti: al 15′ 5 Locatelli (J), al 43′ 19 Bereszynski (E); al 3′ st 9 Vlahovic (J), al 4′ st 25 Rabiot (J), al 41′ st 11 Gyasi (E), al 53′ st 23 Destro (E). Espulsi: nessuno. Recupero: 3′ pt – 7′ st. Spettatori: 16mila.
Sedicimila spettatori, stadio gremito, impatto deciso della maratona là dove batte il cuore del tifo empolese, calciomercato finalmente chiuso, il fresco ex Henderson ed il meno fresco ex Mchedlidze sugli spalti a fare il tifo per l’Empoli, cielo azzurro che si tinge di rosso al tramonto, ovvero al momento del fischio d’inizio del match: questa la parte bella dell’attesa.
Zero punti in classifica, zero gol fatti, ultimo posto in solitaria nella graduatoria, tre sconfitte consecutive tra campionato e Coppa Italia, prestazioni da dimenticare, questa invece la parte meno bella della vigilia di questa sfida contro la Juventus.
Una Juventus “non proprio grande” che si presenta al cospetto dell’Empoli decisa a conquistare l’intera posta in palio, magari senza un grande gioco in perfetto stile Massimiliano Allegri, e soprattutto decisa a dimenticare l’onta dell’1-4 subita al Carlo Castellani, quando ancora si chiamava solo così, nello scorso mese di maggio.
La Juventus che scende invece al Carlo Castellani Computer Gross Arena in questa prima domenica calcistica settembrina presenta alcune novità: Perin tra i pali al posto dell’infortunato Szczesny, Mc Kennie e Miretti dal primo minuto in un centrocampo a cinque, con Vlahovic e Chiesa terminali offensivi.
Decisamente maggiori le novità nell’Empoli che prima di tutto cambia modulo e passa al 4-3-3; schiera subito l’ex Torino Berisha a difesa della porta, consegna le fasce difensive in mano a Bereszynski e Pezzella in luogo di Ebuehi e Cacace, mentre al centro della difesa ecco Walukiewicz in coppia con capitan Luperto, subito Maleh con l’ormai recuperato Fazzini esterni di un centrocampo di cui le chiavi le detiene Marin. Infine tridente offensivo con Baldanzi-Caputo-Cambiaghi, pochi centimetri, ma fantasia e corsa.
E forse sta proprio nelle caratteristiche del tridente offensivo empolese “la chiave” della partita. Perché l’Empoli non giochicchia male, giochicchia appunto. Sugli esterni si muove bene, Cambiaghi e Baldanzi fanno anche il diavolo a quattro, e con il supporto di Bereszynski e Pezzella arrivano spesso al cross: ne conteremo una quindicina a fine partita, e contro la Juventus non è mai poca roba. Solo che nel cuore dell’area di rigore mancano i centimetri, centimetri in altezza che l’Empoli ha perso da tempo ormai, gli ultimi erano quelli di Piccoli ceduto in settimana al Lecce.
Caputo prova a muoversi, ma si trova spesso nella morsa della cerniera difensiva a tre disposta da Allegri, quando si libera è spesso in fuorigioco, e quando potrebbe attaccare parte sempre spalle alla porta. E Caputo spalle alla porta è difficile che possa “mordere”.
Così l’Empoli con il 4-3-3 copre meglio il campo, sembra un po’ più solido, corre di più e meglio rispetto alle tre precedenti uscite, ma mette in evidenza il solito problema. L’evanescenza offensiva.
Poi c’è l’altra “chiave” della partita, quella in mano ai bianconeri che sembrano voler giocare questa sfida con il freno a mano tirato, quasi timorosi dell’Empoli. Quando accelerano però creano grattacapi. Così nasce il gol di Danilo, di testa, propiziato però da un suo fallo su Berisha, e giustamente immediatamente annullato da Ayroldi. Solo che Danilo una decina di minuti dopo su azione di mischia non si fa pregare e sigla l’1-0 che “piega” in un senso il match.
Alla mezzora Gatti viene sfiorato in area empolese, la gamba destra pare una molla all’indietro, al VAR si fa fatica a vedere il contatto decisivo, solo che Ayroldi al VAR non ci va nemmeno. Fortuna che Berisha ipnotizza Vlahovic e nega il raddoppio bianconero.
Così il risultato resta in equilibrio e l’intervallo assume un senso diverso rispetto ad un più marchiato 0-2; il più pulito di tutti a rientrare dentro gli spogliatoi è Perin, zero parate, e questo non è un bel segno per l’Empoli, Danilo invece è l’ultimo, “colpa” dei microfoni di Dazn che lo intercettano per farsi raccontare l’episodio che ha rotto la parità ad occhiale.
L’intervallo è già un ricordo quando la Juventus manda in campo Pogba che dopo una manciata di minuti trova anche la botta vincente dal limite: la sponda di Vlahovic però è in fuorigioco. Si resta così, con uno 0-1 che costringe ad “ammirare” una partita che comunque non decolla. Sembra atterrare definitivamente invece per l’Empoli quando escono Fazzini e Baldanzi, sostituiti da Grassi e Cancellieri, mentre la Juventus in prossimità dei titoli di coda raddoppia con Chiesa in contropiede, colpisce un palo con Kean e poi anche una traversa con Milik.
E l’Empoli? Tanta abnegazione e un tiro di sinistro di Destro al 95′, solo quello, che sorvola di poco la traversa di Perin. A proposito di Perin: il portiere bianconero rientra negli spogliatoi anche dopo il secondo tempo con i guantoni puliti, e come abbiamo detto questo non è proprio un bel segno, per l’Empoli si intende.
Dicevamo all’inizio di questo “romanzo calcistico”: zero punti, zero gol fatti, ultimi in classifica in solitaria, e aggiungiamo un altro zero, quello dei tiri nello specchio della porta bianconera. Ovvio non siamo felici di scriverlo, ma è quel che è successo.
Il tramonto rosso ora ha lasciato spazio ad una notte di stelle e a una luna che sembra fare capolino ogni tanto tra una nuvoletta e l’altra. All’orizzonte altre due sfide da mal di testa, quella nella tana della Roma e quella contro l’Inter al Castellani: fare punti sarà difficile, riuscire a farli sarebbe un toccasana per un ambiente che non immaginava un inizio così “horror”.